
La città di Bolsena, conosciuta non solo per il suo lago ma anche per il miracolo a cui è legata si trova a pochi chilometri dalla città di Civita di Bagnoregio.
Il lago di Bolsena (o Volsinio) è un lago dell’Italia centrale, nell’alto Lazio, in provincia di Viterbo; si è formato oltre 300.000 anni fa in seguito al collasso di alcuni vulcani nei monti Volsini che si trova a pochi chilometri dal monte Amiata, ed è il lago di origine vulcanica più grande d’Europa.
Isole:
Isola Bisentina
L’isola Bisentina è la maggiore del lago e appartiene al comune di Capodimonte (distante circa 3 Km). Cambia il suo nome per la città etrusco-romana di Bisenzio che era davanti all’isola nella costa sud-occidentale del lago e conserva importanti testimonianze storiche e artistiche.
Fu visitata da molti Papi durante le loro pause estive e fu proprietà della famiglia Farnese.
Isola Martana
Si trova di fronte al centro abitato di Marta, da cui prende il nome, ed è la più piccola delle due isole del lago.
Avrebbe custodito le spoglie di santa Cristina, perché non cadessero preda dei barbari.
L’Isola Martana fu anche al centro di una tragica vicenda storica: Amalasunta, regina dei Goti, che prese il potere alla morte di Teodorico, dopo essere stata portata con l’inganno sull’isola, fu trucidata dal cugino Teodato il 30 aprile del 535. Nella parte orientale dell’isola è stata posta una targa in sua memoria.
L’isola, è stata in passato sede di un convento degli Agostiniani. Attualmente è proprietà privata e quindi non ne è possibile la visita. È comunque possibile vederla dal lago con un battello che parte dal porto di Capodimonte e dal porto di Bolsena.
Il fiume Marta
Dal centro abitato di Marta, il fiume inizia il suo percorso verso il Mar Tirreno. Dopo aver attraversato Marta, Tuscania e Tarquinia, incontra il mare. Qui, si trova una zona bellissima compresa tra la foce del Fiume Marta e quella del Fiume Mignone, è stata creata la Riserva Naturale di Popolamento Animale “Salina di Tarquinia”. La portata del fiume viene regolata da “bocchette” di una diga, in grado di regolare il flusso di acqua che, dal lago, entra nel fiume.
Comuni del lago di Bolsena
I paesi che si affacciano sul lago sono:
- Bolsena, a nord-est;
- Montefiascone, a sud-est;
- Marta, a sud-ovest;
- Capodimonte, a sud-ovest;
- Valentano, ad ovest;
- Gradoli, a nord-ovest;
- Grotte di Castro, a nord-ovest;
- San Lorenzo Nuovo, a nord.
- Latera, che, anche se non si affaccia direttamente, ha dei tratti panoramici sul lago dal Passo della Montagnola e dalla località Cantoniera.
Museo territoriale:
Il museo è situato nel Castello di Bolsena, all’interno della Rocca dei Monaldeschi della Cervara ed è stato inaugurato il 5 maggio 1991.
Il museo ha varie sezioni che presentano un filo conduttore dello sviluppo umano e del territorio, attraverso l’analisi delle fasi storiche antecedenti al periodo etrusco-romano, per poi continuare nel Medioevo e nel Rinascimento sugli usi, costumi e tradizioni locali.
Viene poi illustrato il lago di Bolsena, il più grande lago vulcanico d’Europa, con descrizione dell’ecosistema, della fauna, della flora e delle attività di pesca, antiche e moderne. È stato inserito nell’Organizzazione Museale Regionale fin dalla prima apertura (O.M.R.), ed è stato anche premiato dalla Regione Lazio del Premio Marchio di Qualità.
Dal 2000 il Comune di Bolsena è il capofila del Sistema museale del lago di Bolsena.

CENNI STORICI:
La città di Bolsena è famosa non solo per il lago, ma anche per il miracolo eucaristico a cui è legata: il miracolo eucaristico di Bolsena sarebbe avvenuto nel 1263: mentre un sacerdote stava celebrando la messa, al momento della consacrazione l’ostia avrebbe sanguinato.
Una delle più antiche narrazioni è contenuta nella Chronica (III, tit. 19, cap. 13) di sant’Antonino da Firenze, frate domenicano e Arcivescovo di Firenze ( 1459), che diede anche il resoconto del miracolo eucaristico di Parigi del 1290. Quest’ultimo è simile al racconto della Nuova Chronica di Giovanni Villani.
Nell’estate del 1263, un sacerdote boemo, di nome Pietro da Praga, iniziò a dubitare della reale presenza di Gesù nell’ostia e nel vino consacrati. Il sacerdote si recò allora in pellegrinaggio a Roma per pregare sulla tomba di Pietro per cancellare i suoi dubbi: il soggiorno lo rasserenò e intraprese il viaggio di ritorno.
Mentre percorreva la via Cassia si fermò a Bolsena, dove i dubbi di fede lo assalirono nuovamente. Il giorno successivo celebrò la messa nella Grotta di Santa Cristina (evento immortalato da Raffaello nel 1512 nel celebre affresco della Messa di Bolsena) e ricordato da un’epigrafe latina nel luogo del miracolo.
Secondo la tradizione, al momento della consacrazione l’ostia cominciò a sanguinare sul corporale. Impaurito e confuso, il sacerdote, cercando di nascondere il fatto, concluse la celebrazione, avvolse l’ostia nel corporale di lino e fuggì verso la sacrestia. Durante il tragitto alcune gocce di sangue caddero sul marmo del pavimento e sui gradini dell’altare.
Pietro da Praga si recò subito dal papa Urbano IV, che si trovava a Orvieto, per riferirgli l’accaduto. Il pontefice, inviò a Bolsena il vescovo di Orvieto per verificare la veridicità del racconto e per recuperare le reliquie.
Urbano IV dichiarò l’evento soprannaturale e per ricordarlo, l’11 agosto 1264 estese a tutta la Chiesa la solennità chiamata Corpus Domini, nata nel 1247 nella diocesi di Liegi per celebrare la presenza reale di Gesù nell’Eucaristia.
Questa solennità si oppone alle tesi di Berengario di Tours, secondo le quali la presenza eucaristica di Cristo non era reale, ma solo simbolica.
Urbano IV, inoltre, affidò a Tommaso d’Aquino il compito di preparare i testi per la liturgia delle ore e per la messa della festività, e stabilì che il Corpus Domini dovesse essere celebrato il primo giovedì dopo l’ottava di Pentecoste.
Nel 1290, Niccolò IV fece edificare il duomo di Orvieto per custodire il corporale. Successivamente, il duomo fu ampliato con la cappella del corporale, nel 1364, e la cappella nuova, nel 1504.
La Chiesa cattolica riconobbe ufficialmente il miracolo eucaristico, le cui reliquie si conservano nel duomo di Orvieto e nella basilica di Santa Cristina a Bolsena: nella cappella del corporale, a Orvieto, sono custoditi l’ostia, il corporale e i purificatoi, che in seguito, nel 1338, furono collocati nel reliquiario di Ugolino di Vieri, dove si trovano attualmente.
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