
Il castello di Valsinni, in provincia di Matera, dove visse la poetessa Isabella di Morra e dove nacque la leggenda di cui è protagonista; fu costruito, si pensa, su una preesistente fortificazione longobarda, nei primi anni dopo il 1000.
Nel suo libro Isabella Morra e Diego Sandoval de Castro lo storico Benedetto Croce cita le origini del maniero facendole risalire ad un castrum romano posto a difesa dell’ultima chiusa sul fiume Sinni, che da quel punto in poi si apre verso il Mar Ionio. Il castello deve il suo valore storico e la sua notorietà alla poetessa che nacque li intorno al 1520 e vi fu uccisa dai fratelli a circa 26 anni d’età quando scoprirono una sua presunta relazione con Diego Sandoval de Castro, barone di Bollita. Il castello con il feudo di Favale (l’odierna Valsinni) era pervenuto agli inizi del XVI secolo alla famiglia Morra tramite la nobildonna Menocca Vivacqua e la possedette, con alterne vicende, per circa 140 anni, fino al 1638. Dal 1921 il castello è di proprietà della famiglia Rinaldi.

La leggenda
Il Castello è famoso anche per la storia della poetessa Isabella Morra. Isabella era una nobile poetessa che visse e morì nel Castello . La storia narra che tre dei suoi fratelli, Decio, Fabio e Cesare, decisero di eliminare la sorella. Questo perché sospettavano che Isabella inviava regolarmente delle poesie al nobile Diego Sandoval De Castro, signore del vicino feudo di Bollita. Sandoval era anche governatore della rivale Taranto. Sandoval era sposato con figli e non era certo tollerabile che una fanciulla, anche se colta e di alto rango, potesse avere una relazione, anche solo epistolare, con uno sconosciuto padre di famiglia e, per di più, spagnolo.
I Morra erano filo francesi e di certo non poteva vedere di buon occhio una simile relazione, questo, infatti, era considerato un affronto al proprio onore. Ingenuamente Isabella continuò la sua relazione epistolare senza pensare al triste destino che la attendeva. Così fu barbaramente uccisa dagli avidi fratelli in nome della ragione di stato e dell’onore i quali, senza nessuna umanità si appropriarono e si spartirono la sua dote. Secondo la leggenda sembra che ancora oggi il suo spirito triste vaghi tra le mura del Castello di Valsinni e che sarebbe avvolto in un ampio mantello bianco, con i suoi splendidi capelli biondi, all’eterna ricerca di giustizia.
Ancora oggi purtroppo non si hanno notizie dove realmente sia sepolta. Lo stesso Benedetto Croce citò Isabella Morra, di cui ammirava la lirica e l’estrema femminilità del verso che definisce “appassionato e personalissimo”.