Il castello di San Giorgio è uno dei monumenti tra i più importanti della città di Mantova e fa parte della Reggia dei Gonzaga.

Storia e descrizione
Costruito sulle macerie della chiesa di Santa Maria di Capo di Bove a partire dal 1395 e concluso nel 1406 su committenza di Francesco I Gonzaga e su progetto di Bartolino da Novara, il castello di San Giorgio è un edificio a pianta quadrata con quattro torri angolari e con un fossato con tre porte e ponti levatoi, costruito per la difesa della città.
L’architetto Luca Fancelli, nel 1459 su indicazione del marchese Ludovico II Gonzaga, ristrutturò il castello che perse definitivamente la suafunzione militare e difensiva. Per lunghi anni fu la residenza di Isabella d’Este, moglie di Francesco II Gonzaga, tra le più celebri nobildonne del Rinascimento. Isabella volle presso la corte numerosi artisti e umanisti dell’epoca, quali Andrea Mantegna, il Perugino, Leonardo da Vinci, Ludovico Ariosto e Baldassarre Castiglione, facendo di Mantova una delle maggiori corti europee e centro artistico e letterario. Nelle prigioni del castello fu richiuso nel 1496 Paolo Vitelli, fatto prigioniero da Francesco II Gonzaga.
Affiancata al castello e collegata con un corridoio, nel 1531 venne costruita su disegno di Giulio Romano la Palazzina della Paleologa, che venne demolita nel 1899.
Il castello, assieme ad altri edifici vicini, rimane residenza del principe per circa un secolo, fino al momento in cui Guglielmo Gonzaga trasferirà i propri appartamenti nella Corte Vecchia ristrutturata.
Nel 1810 fu rinchiuso nelle prigioni del maniero Andreas Hofer prima di essere giustiziato. A partire dal 1815 con l’occupazione austriaca della città, il castello divenne il carcere di massima sicurezza in cui vennero richiusi gli oppositori. Dal 1852 nel castello vennero rinchiusi i Martiri di Belfiore e alcuni patrioti ad essi legati (Ciro Menotti, Teresa Arrivabene).

Le sale del castello
- Sala dei Soli, al piano terreno e abbellita da affreschi del Quattrocento, trasformata da Giulio Romano nel 1531 e da Giovan Battista Bertani
- Sala degli Stemmi, vi si accede da una scala a chiocciola
- Salone degli Affreschi, parallela alla Sala degli Stemmi
- Sala delle Sigle, camera nuziale di Isabella d’Este
- Saletta della Grotta, facente parte dell’appartamento di Isabella d’Este in castello
- Sala delle Armi, nella quale Giulio Romano dipinse 12 stemmi araldici
- Cappella del castello, edificata dal Bertani nel 1563
- Sala di Mezzo
- Sala del Fregio
- Sala delle Cappe, con volta a botte
- Sala dello Zodiaco, con tracce di dipinti di Giulio Romano, dove fu tenuto prigioniero Pietro Frattini, uno dei Martiri di Belfiore e di Ciro Menotti
- Camera degli Sposi.
La Camera degli sposi

Volta dipinta Camera degli Sposi

La Camera Picta (Camera degli Sposi) è una meravigliosa stanza del piano nobile del torrione nord est del castello di San Giorgio, ed è un’ opera di Andrea Mantegna.
Mantegna l’ha realizzata in nove anni, dal 1465 al 1475, in questa stanza viene ricreato, in uno spazio angusto, una miscela tale che dona alla stanza un’atmosfera diversa: in pratica sembra di stare all’aria aperta.
Le pareti della camera sono divise in scene che raffigurano spazi aperti, anche questi in netto contrasto con lo spazio angusto della stanza.Gli affreschi sono stati realizzati sia a secco (parete nord; questa tecnica permette una cura minuziosa dei particolari) sia a fresco(parete sud; l’affresco il pittore richiede una realizzazione sintetica). Le scene dipinte raffigurano due scenari in cui sono presenti dei componenti della famiglia Gonzaga: la “Scena dell’Incontro” e la “Scena della Corte“.
In questo modo Mantegna rende omaggio ai suoi committenti.In questa sala, anche se la magnificenza e la cura con le quali sono state realizzate le opere catturano completamente l’attenzione del visitatore, non è possibile restare nella sala per più di 10 minuti, anche perché, nella parete in cui si trova la raffigurazione realizzata a secco, è molto sensibile e sarebbe enormemente rischioso soffermarsi di più (in pratica tra l’umidità nell’aria e con l’umidità della respirazione, il dipinto si potrebbe staccare dal muro!)
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